Stop in fotografia: la guida per ottenere un’esposizione perfetta

stop in fotografia guida

Ricordo come se fosse ieri quando da ragazzino sentendo parlare due fotografi ho scoperto per la prima volta il significato di stop in fotografia.

Non volendo sfigurare, imbarazzato ho fatto finta di sapere di cosa stessero parlando ma una volta a casa, documentandomi ho capito che il significato era ben diverso da quello che mi ero immaginato.

Proprio per questo motivo ho pensato di dedicare un articolo al concetto di stop in fotografia e alle sue applicazioni, affinché tu possa comprendere l'importanza che questo concetto ha per i tuoi scatti.

stop in fotografia

Stop in fotografia: il significato

Lo stop è un'unità di misura fotografica basata sulla luce incidente. Ossia quella luce che attraversando il diaframma colpisce il sensore, determinando così l'esposizione dei nostri scatti.

In base a questa classificazione, questa fonte luminosa viene "suddivisa" in intervalli regolari chiamati per l'appunto stop di luce.

La "legge" che governa questa variabile può essere riassunta in poche righe:

  1. A ogni aumento di uno stop, la fonte luminosa che colpirà il sensore avrà il doppio dell'intensità.
  2. Mentre a ogni diminuzione di uno stop, la luce che colpirà il sensore sarà dimezzata.

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Gli stop nella fotografia digitale

Esistono diverse situazioni in fotografia in cui sentirai parlare del concetto di stop e sono tutte collegate con l'esposizione finale.
Riassumiamo quindi brevemente, i principali casi in cui conoscere questo concetto è di vitale importanza.

Siccome l'argomento è molto vasto, in questo post faremo una panoramica e non entreremo nel dettaglio di ogni situazione.
Per approfondire ogni singola variabile ti consiglio di cliccare sui collegamenti presenti in questa pagina.

Stop in fotografia: il diaframma

Uno dei primi casi in cui sentirai il concetto di stop in fotografia é parlando del diaframma.

Questa componente è situata nell'obiettivo e consiste in un foro circondato da lamelle, attraverso il quale passa la luce che colpisce il sensore.
La dimensione del foro, può essere regolata dal fotografo per determinare la corretta esposizione della fotografia.

Queste diverse aperture del diaframma sono articolate in una scala nota come la scala dei diaframmi, che puoi trovare qui sotto.

. - f/1,4 - f/2 - f/2,8 - f/4 - f/5,6 - f/8 - f/11 - f/16 - f/22 - f/32 - ..


Ricordati che contrariamente a quanto si possa pensare:

  • Più il valore del diaframma è alto (es f/16), più il foro sarà piccolo e quindi passerà meno luce.
  • Viceversa più il valore dell'apertura del diaframma sarà piccolo (es. f/4), più il foro sarà grande e di conseguenza passerà più luce.
stop e diaframma

Una rappresentazione del concetto appena espresso.

A ogni gradino di questa scala, corrisponde 1 stop di luce e quindi una variazione dell'intensità luminosa:

  • Salendo un gradino della scala diaframmi, la luce che colpisce il sensore si dimezza. Quindi per esempio, se si passa da un'apertura del diaframma f/4 a una f/5,6 avremo la metà della luce entrante.
  • Mentre scendendo di un gradino, la luce che colpirà il sensore sarà il doppio. Quindi per esempio passando da f/11 a f/8, la luce sarà raddoppiata.
diaframma e stop

Stop in fotografia nella scala dei tempi

Un'altra circostanza in cui ti troverai ad avere a che fare con il concetto di stop, è quando si parla del tempo d'esposizione di una fotografia.

Questa variabile indica per quanto tempo l'otturatore rimane aperto, permettendo il passaggio della luce all'interno del corpo macchina.

Analogamente a quanto abbiamo visto per il diaframma, anche i diversi valori del tempo di posa sono articolati su una scala nota come la scala dei tempi. 

1/8000 – 1/4000 – 1/2000 – 1/1000 – 1/500 – 1/250 – 1/125 – 1/60 – 1/30 – 1/15 – 1/8 – 1/4 – 1/2 – 1″ – 2″ – 4″ – 8″ – 16″ – 30″


A ogni gradino di questa scala corrisponde uno stop di luce e quindi una variazione dell'intensità luminosa risultante:

  • Aumentando il tempo d’esposizione, aumenterà anche la quantità di luce che colpirà il sensore.
  • Viceversa, diminuendo di un gradino il tempo d’esposizione, la quantità di luce incidente sarà minore.

Anche in questo caso la variazione di luce tra i differenti stop cambia in base al fattore 2, quindi per esempio:

  • Passando da un tempo di esposizione di 1 secondo a 2 secondi, avremo il doppio dell'intensità luminosa incidente.
  • Viceversa passando da 1/30 a 1/60 di secondo, avremo che la quantità di luce sarà dimezzata.

Stop in fotografia: la reciprocità delle scale

Le due scale appena analizzate sono reciprocamente collegate tra loro.

Questo vuol dire, che se noi per esempio proviamo a variare il valore del tempo di posa, dobbiamo intervenire anche sulla variabile diaframma per bilanciare l’esposizione finale e avere quella corretta.

Quindi per esempio se noi riduciamo il tempo di scatto da un 1/125s a 1/250s, siamo scesi di un gradino nella scala dei tempi e quindi abbiamo ridotto la luminosità di 1 Stop.

Questo vorrà dire che per bilanciare l’esposizione, dobbiamo aprire il diaframma da f/11 a f/8.
Infatti, scendendo di un gradino la scala dei diaframmi aumenteremo la luminosità di 1 Stop.

Un concetto abbastanza semplice non trovi?

Queste due variabili insieme a quella di iso formano il famoso triangolo dell'esposizione.
Uno dei pilastri sui quali si regge la fotografia moderna e che ti permette di calcolare la corretta esposizione dei tuoi scatti in qualsiasi circostanza.

Vediamo quindi brevemente il concetto di stop collegato al valore delle iso.

La scala delle iso e il concetto di stop

Il valore di iso indica la sensibilità che la fotocamera ha nei confronti della luce.
Anche questa variabile é articolata su una scala, nota come scala delle iso, che ha come valore base quello di iso 100.

...-100-200-400-800-1600....


A ogni gradino di questa scala, corrisponde uno stop e quindi una variazione dell'intensità luminosa:

  • Salendo di un gradino e raddoppiando quindi il valore di ISO (es. da 100 a 200), raddoppia anche la quantità di luce immagazzinata.
  • Viceversa, quando scendiamo di un gradino e il valore di ISO si dimezza (per esempio passando da 400 a 200), il sensore immagazzina la metà della luce.

Anche questa scala, è collegata reciprocamente con quella del diaframma e quella del tempo di posa e quindi vale un discorso analogo a quello fatto precedentemente.

stop fotografia iso

In quest'immagine, una rappresentazione del concetto appena espresso. Puoi notare come la candela sia sempre più luminosa all'aumentare del valore di iso.

Altri utilizzi degli stop in fotografia

Quelle appena analizzate, sono le principali variabili di scatto che sono governate dal principio di stop fotografico ma non sono le uniche.

Gli stop in fotografia vengono utilizzati anche quando si parla di stabilizzatore d'immagine e di filtri fotografici, cerchiamo quindi di capire cosa si intende in questi due casi particolari.

Stop, fotografia e stabilizzatore d'immagine 

La stabilizzazione d’immagine è un innovativo meccanismo che aiuta il fotografo a rendere più stabili e nitidi i propri scatti.

Questa caratteristica può essere presente all'interno dell'obiettivo (stabilizzatore ottico) o all'interno della fotocamera (stabilizzatore digitale) e consiste in un movimento meccanico delle componenti per cercare di contrastare il micromosso fotografico.

Usando un obiettivo o una fotocamera stabilizzata, riuscirai infatti a recuperare degli stop di luminosità e rendere più agevole il tempo limite di scatto risultante.

In commercio per esempio, esistono stabilizzatori che permettono generalmente di recuperare tra 2 e 4 stop di luce.

Ricordati che usando uno di questi accessori, dovrai prestare attenzione a bilanciare il recupero di stop dato dallo stabilizzatore, per ottenere una corretta esposizione finale dello scatto.
Per fare questo dovrai quindi cambiare i valori di stop che abbiamo visto nei paragrafi precedenti, ossia quelli di diaframma, tempo e iso.

stop stabilizzazione di immagine

Un particolare del selettore presente su un obiettivo, che permette di attivare o disattivare la funzione di stabilizzazione. Crediti.

Stop, fotografia e filtri fotografici 

I filtri fotografici sono degli accessori che vengono posizionati davanti alla lente dell'obiettivo, per avere dei particolari effetti visivi dell'immagine finale risultante.
Esistono molte tipologie di filtri ma con l'avvento della fotografia digitale, gli unici che vengono ancora usati assiduamente sono quello polarizzatore e quello ND.

Entrambi questi accessori sono costituiti da un vetro ottico oscurato che scherma parte della luce incidente.
Il grado di oscuramento dipende dal tipo di filtro utilizzato e determina il numero di stop di luce che vengono schermati e quindi sottratti all'esposizione finale.

Usando il filtro polarizzatore abbiamo generalmente una perdita di 1 o 2 stop di luce, mentre usando quello nd, possiamo avere anche una perdita che può superare anche i 10 stop.
Ricordati che anche usando i meno comuni filtri gnd, avrai una perdita di stop di luce compresa tra 1 e 2.

Ovviamente anche in questo caso, per avere una corretta esposizione finale dello scatto usando uno di questi accessori, dovrai prestare attenzione a bilanciare la perdita di stop causata dalla densità del filtro.

Stop in fotografia: conclusioni

Nell'articolo di oggi abbiamo affrontato il concetto di stop fotografico.  Una variabile, che dovrai padroneggiare al meglio per ottenere la giusta esposizione dei tuoi scatti.

Spero con questo breve post di aver risolto i tuoi dubbi!

Se hai ancora qualche domanda a riguardo, non esitare a lasciare un commento sarò felice di aiutarti.

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  • Claudio ha detto:

    Ciao, tra tutte le cose che ho letto online di fotografia, a volte incomprensibili, quelle descritte da te sono di facile comprensione ed utilissime, complete e molto ben spiegate, complimenti sei veramente molto bravo e competente

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