
Lo storytelling fotografico è una tecnica che utilizza la fotografia per raccontare una storia, trasmettere emozioni e creare un legame empatico con il pubblico, si tratta quindi di un potente modo per comunicare e suscitare una risposta emotiva nell'osservatore.
Non è infatti un caso che il profondo legame che l’uomo ha stabilito con le immagini sia così antico e viscerale e che abbia accompagnato il genere umano nel corso di tutta la sua esistenza, dalle caverne fino ai giorni nostri.
Graffiti, murales, fotografie, dipinti da sempre rappresentano un linguaggio non verbale usato dall’artista per comunicare pensieri ed emozioni sopiti nell’animo.
In questo articolo esploreremo alcuni esempi di storytelling fotografico e alcuni consigli per iniziare a focalizzarsi su questa tipologia di comunicazione e lo faremo in compagnia di una grande fotografa italiana, una vera esperta di questo campo, Sara Munari.
E quale occasione poteva essere migliore, se non quella di seguire per voi una conferenza di un esperto del settore?
Una fotografa di fama internazionale e vincitrice di innumerevoli concorsi e premi, quindi prima di iniziare vediamo nel dettaglio chi è Sara Munari grazie alla biografia presente sul suo sito.
Sara Munari la regina dello storytelling fotografico
Sara studia fotografia all’Isfav di Padova dove si diploma come fotografa professionista.
Apre, nel 2001, "La stazione fotografica", studio e galleria per esposizioni fotografiche e corsi, nel quale svolge la sua attività di fotografa.
Docente di Storia della fotografia e di Comunicazione Visiva presso l'istituto italiano di fotografia di Milano.
Dal 2005 al 2008 è direttore artistico di "Leccoimmagifestival" per il quale organizza mostre di grandi autori della fotografia Italiana e giovani autori di tutta Europa.
Organizza workshop con autori di rilievo nel panorama nazionale.
Espone in Italia ed Europa presso gallerie, Festival e musei d’arte contemporanea. Fa da giurata e lettrice portfolio in Premi e Festival Nazionali.

Che cosa è lo storytelling fotografico?
Prima di passare all'intervista con Sara, vediamo alcuni concetti basilari per arrivare preparati.
Abbiamo detto che lo storytelling fotografico è una tecnica che utilizza la fotografia per raccontare una storia e per trasmettere emozioni, questa tecnica viene infatti utilizzata in molti campi e non solo in fotografia visto che è molto utile per diversi scopi, come: la pubblicità, la documentazione di eventi storici o la creazione di progetti socialmente impegnati.
Lo storytelling fotografico può essere utilizzato per creare una narrazione visiva che si concentri su argomenti e soggetti molto disparati come: una singola persona, un evento o una questione sociale.
Questa tecnica è basata su una accurata fase di pianificazione degli scatti, nella quale vengono presi in considerazione tutti gli aspetti fondamentali di un progetto fotografico come: l'idea sulla quale si basa, il messaggio che si vuole trasmettere, la scelta della location, dei parametri di scatto e della composizione,..
E si basa inoltre su una scelta accurata delle immagini, che devono essere coerenti e omogenee negli aspetti tecnici e negli aspetti logici della storia stessa.
Per esempio la scelta degli elementi visivi, come: colori, forme e texture, è molto importante per creare una storia che abbia un impatto sull'osservatore.
Esempi di storytelling fotografico
Ci sono molteplici esempi di storytelling fotografico di successo, che dimostrano come la tecnica possa essere utilizzata per raccontare storie uniche e toccanti, ecco alcuni esempi di fotografi che hanno utilizzato con successo questa tecnica:
- James Nachtwey: questo fotografo di guerra è stato in grado di catturare immagini di conflitti in tutto il mondo e di raccontare storie di sofferenza umana e di speranza. Il suo lavoro è un esempio di come la fotografia possa essere utilizzata per sensibilizzare l'opinione pubblica e per generare un cambiamento sociale
- Annie Leibovitz: questa fotografa di fama mondiale è nota per il suo lavoro sui personaggi famosi e per la sua capacità di raccontare storie con un tocco personale. Il suo lavoro dimostra come la fotografia possa essere utilizzata per creare immagini accattivanti che trasmettano emozioni e personalità
- Sebastião Salgado: questo fotografo brasiliano è conosciuto per il suo lavoro sulle comunità rurali e per la sua capacità di raccontare storie di vita e di tradizioni. Il suo lavoro dimostra come la fotografia possa essere utilizzata per documentare culture e comunità in via di estinzione
- Steve McCurry: questo fotografo americano è conosciuto per il suo lavoro sulla cultura e la vita quotidiana in Asia e in Africa. Il suo lavoro dimostra come la fotografia possa essere utilizzata per raccontare storie di vita in luoghi lontani e per creare un legame empatico con l'osservatore
Questi sono solo alcuni esempi di fotografi che hanno utilizzato con successo lo storytelling fotografico. Il loro lavoro dimostra come la fotografia possa essere utilizzata per raccontare storie uniche e toccanti, che hanno un impatto duraturo sull'osservatore.
Studiare i loro lavori e i modi in cui gli autori hanno utilizzato la fotografia per raccontare storie, può essere un'ottima fonte di ispirazione per sviluppare il proprio storytelling fotografico.

Una delle tante storie raccontate dal grande fotografo Salgado.
Storytelling fotografico al congresso con Sara Munari
Approfittando del suo ultimo congresso dedicato allo storytelling che si è svolto a Genova, le abbiamo chiesto una piccola intervista che lei ci ha gentilmente concesso.
All'interno di questa chiacchierata potrete trovare parte delle numerose domande che mi avete mandato tramite la nostra newsletter.
Mi scuso se non ho potuto chiederle tutti i vostri dubbi ma spero ci sarà occasione di ripetere questo bellissimo incontro.
Quindi senza perdermi in troppe chiacchiere, ringrazio ancora una volta Sara per la sua disponibilità e vi lascio a un video in cui potrete trovare un estratto del suo incontro a Genova con alcuni interessanti esempi di storytelling fotografico.
Mi scuso per alcuni tagli del video non proprio a regola d'arte e per la poca stabilità in alcun tratti.
Ma l'incontro era gremito di gente e non ho potuto montare il treppiede, così ho dovuto spostarmi per la sala alla ricerca di un buon punto per riprendere.
La piccola intervista che abbiamo fatto a Sara si trova dopo il video.
Storytelling fotografico esempi: intervista a Sara Munari
Ecco la breve intervista che ho realizzato con la collaborazione di Sara Munari, dove abbiamo parlato di Storytelling e portfolio fotografico.
Il ruolo della fotografia in una civiltà immagine dipendente, come riuscire a farsi notare?
La domanda è un po' strana! Cosa intendi per "farsi notare"?
Nel settore della fotografia commerciale, per farsi notare bisogna lavorare bene e continuare a farlo nel tempo.
Per quanto riguarda la fotografia autoriale la situazione cambia di poco, un autore cresce nel momento in cui, le cose che produce, sono in qualche modo condivisibili e apprezzabili. Quindi puoi solo lavorare, perseverare, essere umile e sperare che avvenga questo scambio tra te come fotografo, il pubblico e la critica.
Tutto il resto è un bel gioco che coinvolge tante persone.

Che opinione hai dei selfie?
I selfie sono ovunque nel Mondo. Persone li amano, altri li odiano, anche se sono più popolari che mai.
Ogni tanto penso che, quando mio nipote tra qualche anno, farà una ricerca sul web, di qualsiasi cosa, cercando “immagini” gli compariranno: pizze con faccia, tette con faccia, facce con faccia, culi con faccia, sushi e altre cose di questo tipo.
Spero abbia la voglia e la perseveranza di approfondire.
Anche io sono colpevole, sulla mia stessa pagina Facebook, mi è capitato di postare qualche selfie.
Cosa dicono esattamente i selfie delle persone ritratte?
Per capire i selfie, le persone hanno bisogno di capire le motivazioni che stanno dietro queste immagini, insieme ai motivi per cui tendono a diventare virali.
Le persone si fanno selfie ovunque, facendo qualsiasi cosa.
Pubblicano poi le immagini sui social media dove centinaia di persone potranno vederle. Solo un paio di decenni fa, gli individui con tale esposizione, sarebbero state considerate delle celebrità.
Stiamo forse cercando notorietà in ogni modo possibile? Del resto farsi un selfie costa davvero poca energia…e allora, selfiamoci tutti!
I social media sono stati creati per aiutare le persone a connettersi l’un l’altro e molte persone usano questa scusa come “spinta” dietro la pubblicazione di tutto: dal nuovo paio di scarpe alle foto di matrimonio, dei figli, di cibo ecc.
Diventa subito chiaro che, una cosa che molte persone cercano tramite i loro selfie è una “botta” di autostima.
Da un punto di vista psicologico, sono probabilmente alla ricerca di una strada per soddisfare questo bisogno e la hanno trovata su facebook o simili.
Ogni condivisione , ogni commento positivo è una spinta alla loro fiducia e via altri selfie: “Guardami, io sono questo. Sono bello, buono e felice.”

Nella vita reale, le persone cercano costantemente di emergere, con le parole, con gli abiti, con ciò che acquistano. Non è sempre logico, ma è così.
I selfie rappresentano questo, una dichiarazione al mondo per distinguersi, per essere parte di qualcosa.
Questa voglia è un aspetto comune del comportamento umano e potrebbe indicare le ragioni alla base della popolarità che cerchiamo con gli autoscatti.
Siamo cresciuti con l’avvento di Internet.
Milioni di persone in tutto il mondo, stanno cercando un “fine” e lo stanno facendo anche online.
I selfie sembrano avere un ruolo importante per rispondere a questi bisogni psicologici. Da fuori, potrebbe sembrare un’esplosione narcisistica, ma uno sguardo più attento chiarisce che non è solo questo.
Un selfie è l’espressione dell’identità di una persona, un metodo per trovare se stessi, per conoscersi.
Serve per dimostrare che siamo stati qui e abbiamo fatto la differenza.
Forse.
Certo se li accomuno alla fotografia fatta con consapevolezza, rabbrividisco un po’…ma ormai rabbrividisco di fronte a molta fotografia!
Cosa ti senti di consigliare ad un aspirante fotografo?
Mi sento di dirgli di continuare a lavorare con tranquillità e continuare a farlo, se questo è una necessità che lo appassiona fortemente.
La fotografia è alla portata di tutti, quindi considerarsi effettivamente fotografo è sempre più complicato, bisogna avere una buona dose di pazienza e essere certi che non si potrebbe fare a meno di esserlo.
Questa è l'unica motivazione che mi spingerebbe oggi a partire, per iniziare una carriera, nel mondo della fotografia.

Uno scatto rubato dal profilo Twitter di Sara Munari
Avere un diploma in fotografia aiuta realmente lo sviluppo di una possibile carriera o non è indispensabile?
Avere un diploma in fotografia aiuta realmente lo sviluppo di una possibile carriera o non è indispensabile?
Io non so quale sia l'esperienza degli altri in merito all'avere diploma, posso dire che senza il diploma che ho ottenuto io come "fotografa professionista", sicuramente avrei avuto molte meno occasioni lavorative.
Questo soprattutto nel settore della docenza e della didattica. Comunque, dal mio punto di vista, rimane un un ottimo punto di partenza.
Che cosa è il progetto MUSA?
Musa nasce casualmente nel 2015 col blog. Nel tempo, ho maturato l'idea di aprire uno spazio che fosse aperto alla fotografia e a tutte le attività ad essa correlate.
In questo nuovo spazio a Monza, organizzerò differenti attività legate alla fotografia (mostre, letture portfolio, incontri, c'è una biblioteca a disposizione, corsi, workshop in viaggio ecc.) che spero possano coinvolgere il maggior numero di persone possibili.
Sono positiva e soprattutto mi sto divertendo.
Esiste un programma di inserimento nel mondo lavorativo seguendo i vostri corsi?
Promettere un inserimento nel mondo lavorativo, nella situazione in cui si trova la fotografia oggi, a livello italiano, sarebbe come promettere un viaggio sulla luna a €99.
Certamente ho organizzato incontri e corsi che sono più rivolti ad un approccio lavorativo, improntati cioè su una modalità professionistica e professionale...ma promettere che dopo un corso da me tu possa trovare lavoro, è una cosa che non oserei fare!
Per chi abita lontano esiste la possibilità di seguire la parte teorica via web?
Non ho pensato a lezioni via web, anche se è una richiesta che mi è già stata fatta.
La verità è che credo fortemente nella forza delle lezioni frontali e dirette e penso sia molto difficile ottenere lo stesso effetto e gli stessi risultati, esclusivamente via web.
Nonostante questo, visto che la direzione è questa, dovrò adeguarmi trovando un modo che io ritenga efficace, anche via web.
Che cosa è lo storytelling fotografico? Quali tematiche affronta il tuo corso di storytelling?
Lo storytelling fotografico è la capacità del fotografo di raccontare una storia attraverso una narrativa efficace che sia in grado di coinvolgere il fruitore nel racconto stesso. Mentre nel reportage, si ha ancora la sensazione che le foto debbano rappresentare "il vero", basandosi sulla fiducia nell'etica di chi scatta, nello storytelling può bastare che la situazione sia considerata veritiera.
Quindi che parta da una base di verità ma si strutturi anche su una forte interpretazione da parte del fotografo, del quale la stessa, è ritenuta sufficiente e risponda alle "regole" del racconto più che della documentazione.
Ci puoi lasciare qualche spunto su come migliorare il nostro storytelling fotografico?
Per questa risposta non basterebbe un libro.
Ogni fotografia contiene un messaggio.
La fotografia di una pizza, la fotografia di due piedi, quella di un canguro, di un tramonto, ogni fotografia contiene un messaggio.
La speranza per ogni fotografo è che il messaggio che avrebbe voluto dare, corrisponda effettivamente al messaggio che viene percepito da chi guarderà la foto.
Non esiste in fotografia un messaggio univoco.
Esistono interpretazioni basate sulla tipologia di persona che guarderà le immagini e dalle sue caratteristiche.
In questo senso, quando produciamo i nostri lavori, è necessario prima stabilire quale è il target a cui è rivolto il progetto stesso.
Fatto questo, abbiamo sicuramente più opportunità di essere compresi.
Hai qualche consiglio su come creare un portfolio di qualità?
Ti rispondo con pochi spunti:
- Uniformità nella narrazione (relativamente a qualsiasi genere fotografico) oppure per lavori più articolati, capacità di integrare più tipologie di linguaggio.
- Semplicità nella realizzazione.
- Non pensare mai che la propria interpretazione delle cose del mondo sia il metro di misura rispetto all'interpretazione che daranno altri.
- Non credere mai che è una cosa nuova per noi, sia necessariamente nuova e originale per chi la guarda.
- Studiare con accuratezza l'argomento che vogliamo trattare.
- Se questo non basta comprate il mio libro!
Storytelling fotografico: letture consigliate
- Munari, Sara (Autore)
- Fontana, Franco (Autore)
Come usare lo Storytelling fotografico: conclusioni
Lo storytelling fotografico è un'arte importante e potente che consente di creare immagini accattivanti che raccontano storie coinvolgenti. Sia che si stia cercando di documentare la vita quotidiana o di raccontare una storia più ampia, questa tecnica offre una vasta gamma di possibilità per raccontare storie in modo visivo.
Per sviluppare il proprio storytelling fotografico è importante: esplorare i propri interessi e le proprie passioni, studiare e prendere spunto da esempi di successo, continuare a sperimentare e migliorare le proprie capacità.
In questo modo è possibile creare progetti fotografici di successo che siano al contempo visivamente accattivanti e capaci di raccontare storie coinvolgenti.
Inoltre è importante considerare che lo storytelling fotografico non è solo un'arte ma anche un'opportunità per raccontare storie che altrimenti potrebbero non essere raccontate.
Questa è la vera potenza dello storytelling fotografico e la ragione per cui è così importante per l'arte e la cultura.
Ultimo aggiornamento 2023-06-02 - Immagini da Amazon Product Advertising API