
Sebastião Salgado è nato in Brasile l’8 Febbraio del 1944, ed è considerato uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi, con candidature multiple per il premio di fotografo dell’anno.
Acclamato in tutto il mondo per le sue fotografie di reportage in bianco e nero così, immagini cariche di bellezza in grado di creare un impatto visivo davvero sublime.
Nata come una semplice passione, per il fotografo Salgado l’arte della fotografia diventerà una vera e propria vocazione e ragione di vita.
Sebastião Salgado: vita
Sebastião Salgado è di origini brasiliane ma con un'indole fortemente nomade che lo ha portato a vivere in diversi paesi del Mondo.
Ma solamente quando approda in Africa agli inizi degli anni 70 scopre il suo amore per la fotografia, paese dove realizzerà uno dei suoi primi reportage basato sulle reali condizioni dell’immigrazione in Europa.
Qualche anno più tardi, nel 1974, entrerà a far parte dell’agenzia Gamma e a ridosso degli anni 80, sarà membro di una delle compagnie più celebri per quel tempo: l’agenzia di fotografi Magnum Photos.
Per motivi mai chiariti, Sebastião Salgado abbandonerà per sempre la Magnum Photos per percorrere la strada dell’indipendenza, affiancato e supportato da una famosa produttrice brasiliana, Lelia Wanick che diventerà più tardi sua moglie.
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Dedicandosi anima e corpo a questa nuova attività, Salgado impronterà i suoi reportage sulle tematiche sociali e umanitarie, in particolar modo sulla vita quotidiana nelle zone rurali dell’America Latina, realizzando in sinergia con questa attività, anche un libro, intitolato "Other Americas".

Iceberg, di Sebastião Salgado
La cruda verità raccontata dalle fotografie di Sebastião Salgado
La firma di Salgado nelle sue incredibili fotografie è inequivocabile, semplicemente un bianco e nero ad altissimo impatto.
Un effetto prodotto dalla sua inseparabile fotocamera 35 mm, e l’utilizzo di uno sbiancante per minimizzare le ombre impresse nelle foto.
La fotografia di Salgado non è un semplice scatto o semplicemente inquadrare un soggetto.
Per Salgado la fotografia è un linguaggio, una visione, un interpretazione della vita secondo i suoi concetti; una poesia cruenta ma bella, una realtà scomoda ma vera.
Nelle fotografie di Salgado, i soggetti prendono vita, “parlano”, talvolta persino “gridano”.
Salgado esprime se stesso nelle fotografie, così com’è senza: artefici, ipocrisia o perbenismo.
Un fotografo sensibile, immerso nel proprio lavoro al punto da ammalarsi di depressione per la troppa sofferenza immortalata, come dichiarato da lui stesso in più occasioni.
«Ero depresso e sprofondato nel pessimismo. Mi preoccupava anche constatare quanto gli sconvolgimenti economici, sociali e politici avessero cambiato il pianeta».
Anche se queste immagini sono considerate indissolubilmente e oggettivamente opere d’arte, per il suo autore semplicemente non lo sono.
Salgado si considera in tutta umiltà un modesto giornalista e reporter, anche se tutti sanno bene che non è affatto così.
Il fotografo Salgado e le sue opere
Ma perché Salgado ha fatto la scelta di usare il bianco e il nero nelle sue fotografie, quando quasi tutti i suoi colleghi utilizzavano di gran lunga il colore?
Perché questo fotografo voleva mettere in risalto i soggetti, erano questi i portatori del messaggio che voleva dare al mondo.
Il colore avrebbe saturato troppo i soggetti diventando loro stessi i protagonisti indiscussi della scena.
Inoltre Salgado ha sempre affermato che secondo il suo pensiero, il bianco e nero rimane più impresso nella mente delle persone, soprattutto nei loro cuori.

Immagini tratte dall'album "S.o.S per la terra, di Sebastiao Salgado"

Immagini tratte dall'album "S.o.S per la terra, di Sebastiao Salgado"
Salgado: Genesi
Genesi, è l’ambizioso reportage che Salgado realizzò, esplorando il suo io più profondo.
In questo lavoro emerge un primordiale rispetto per la natura e l’ambiente.
Un progetto senza precedenti. Un cammino nelle parti più intime del mondo, alle origini, come per voler ripudiare il mondo artificiale moderno con il suo falso auto-controllo.
Le fotografie di Salgado si basano innanzitutto sul rispetto per quello che aveva di fronte all'obiettivo.
A tal proposito è molto curioso e significativo un suo aneddoto su uno scatto realizzato a una tartaruga gigante.
«Mi ci è voluta una giornata intera per avvicinare la tartaruga. Tutta una giornata per farle capire che rispettavo il suo territorio».
Come fu possibile?
Lo stesso Salgado affermò che fare una fotografia del genere significava avvicinarsi il più possibile alla tartaruga e per avvicinarsi così tanto, voleva dire prima di tutto rispettare l’ambiente dove viveva, acquistare la fiducia dell’animale, in modo da potersi avvicinare senza provocare traumi: una politica davvero straordinaria!

Tutto il percorso di Salgado, può definirsi essenzialmente un’opera, anche se l’autore storcerebbe un po’ il naso davanti a una simile asserzione.
E allo stesso modo, anche i libri di e su Salgado possono tranquillamente definirsi “monumenti”, destinati a collocarsi in un Pantheon perenne e immutabile.

La Genesi secondo il fotografo Salgado.
La mano dell’uomo
Più che un libro è una raccolta che in maniera autentica vuole omaggiare l’artista.
Perché chi ha amato Salgado, amerà sicuramente anche questa raccolta.
Un duro e intenso lavoro durato ben 6 anni, composto da una sessantina di fotografie rigorosamente in bianco e nero.
Scatti che raccontano la dura e infame quotidianità delle persone meno fortunate e più emarginate, eroi che non smettono mai di esternare la loro tenacia a fronte delle indicibili sofferenze rappresentate dalla fatica di tutti i giorni.

Lelia, Salgado e il progetto Genesis
Il progetto Genesis rappresenta la rinascita di un umanità dormiente da troppo tempo, assopita da un sistema troppo moderno e tecnologico.
Ma quest’opera contrassegnò anche la rinascita di Salgado verso un orizzonte più tenue e meno crudele di quella realtà che fino a quel momento aveva immortalato, fu proprio grazie a questo progetto che Salgado riuscì finalmente ad emergere dagli abissi della depressione.
Le immagini di Genesis, sbirciano in un tempo lontano ma non necessariamente perduto per sempre.
Un tempo vero e primordiale, dove l’uomo viveva in simbiosi con la natura, osservandone i meravigliosi cicli e celebrando la vita tutti i giorni.
In effetti questo libro si pone come inno alla Madre Terra, deturpata e stuprata dalla malvagità dell’uomo.
Genesis, in realtà, è un esortazione all’umanità a prendersi cura del pianeta, prima che sia veramente troppo tardi.
È come se Salgado volesse ora enfatizzare l’altra faccia del pianeta terra, un luogo che non è fatto solo di violenza e crudeltà, ma di un pezzo di sogno infranto in mille pezzi dall’uomo stesso.
Salgado richiama all’ordine l’uomo, lo sollecita a smettere di danneggiare l’ambiente che, in ultima analisi, significa in fondo danneggiare se stessi.
Ma la denuncia di Salgado in quest’opera non è brutale, né fisica, ma dolce e persuasiva, non vuole toccare la mente della gente ma il cuore.

Il fotografo Salgado: libri fotografici
Il fotografo Salgado: risorse utili
- Video collage di foto
- Film "Il sale della terra"
- Intervista
Il fotografo Salgado: un esempio da seguire
Salgado è il grande fotografo per antonomasia ancora vivente.
A differenza di Robert Capa un altro grande della fotografia, Salgado ha preferito stare lontano dai media, dai riflettori e dalla vita di “salotto”.
Ha sempre preferito lavorare dietro le quinte, rimanendo fedele a se stesso e alle sue nobili ideologie.
Non ha mai smesso di lottare contro l’ingiustizia nel mondo, armato solo di macchina fotografica e sensibilità.
Ultimo aggiornamento 2023-06-03 - Immagini da Amazon Product Advertising API