Roberto Tomesani ci porta alla scoperta dell’Istituto Europeo di Design di Milano

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Come vi avevo promesso, dopo aver parlato di dove studiare fotografia in Italia e nel Mondo iniziamo i nostri approfondimenti sul tema partendo dall'Istituto Europeo di Design, il famoso IED.

Come prima cosa ci tenevo a ringraziare:

  •  Roberto Tomesani (coordinatore dei Corsi Triennali di Fotografia in IED Milano) che ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande, permettendo la realizzazione di quest'articolo.
  • Filippo Nardozza e tutto l'ufficio stampa di IED per avermi supportato con gentilezza in ogni mia richiesta.

Ma ora basta con i preamboli e iniziamo a scoprire qualcosa di più dell'Istituto Europeo di Design IED.

Istituto europeo di design milano

Roberto Tomesani, Coordinatore dei Corsi Triennali di Fotografia in IED Milano, nonché Coordinatore Generale e Fondatore dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU Visual.

Può raccontare qualcosa di più sulla storia dell'Istituto Europeo di design Milano?

L’Istituto Europeo di Design nasce a Milano nel 1966 da una straordinaria visione dell’allora 24enne Francesco Morelli, scomparso a novembre 2017: quella di creare una scuola-laboratorio che unisse teoria e pragmatismo, attraverso una vera innovazione per l’epoca, ossia il mettere in cattedra il ‘saper fare’.
Questo concetto si è poi sviluppato perché è piaciuto molto agli studenti, che si sentivano protagonisti di progetti concreti, e alle aziende con le quali IED collaborava.
In oltre 50 anni da IED sono usciti tanti professionisti apprezzati dal mercato perché la loro progettualità sposava il sistema produttivo.

Il concetto di ‘design’ si è poi esteso nel tempo a diversi ambiti del vivere, e Ied ha sviluppato e strutturato in insegnamenti questi input.
Ogni anno avvia progetti di innovazione in ambito formativo nelle discipline del Design, della Moda, delle Arti Visive e della Comunicazione, sviluppando forme di apprendimento e nuovi modelli per interpretare il futuro.

L’impegno è affinché i nostri studenti siano in grado domani di essere i nuovi interpreti del linguaggio universale del design, professionisti in grado di decodificare nuove complessità e, interagendo con tutte le discipline, di trovare soluzioni che accrescano il livello di qualità della vita.

Oggi IED è l’unica Scuola di Alta Formazione in ambito creativo ad aver mantenuto nel tempo una matrice interamente italiana.
Riconosciuto a livello internazionale, è un network che si sviluppa in 11 sedi, di cui:

  •  7 in Italia (Milano, Cagliari, Como, Firenze, Roma, Torino e Venezia).
  • 2 in Spagna (Barcellona e Madrid).
  • 2 in Brasile (Rio de Janeiro e San Paolo).
Istituto europeo di design milano  Firenze

Un'immagine dell'Istituto europeo di design Firenze

Mi sembra di aver capito che i vostri corsi siano giustamente molto incentrati sulla comunicazione, può parlarci dell'importanza di questo elemento nella fotografia?

L’uso dell’immagine fotografica è diventato parte integrante della comunicazione personale, oltre che istituzionale.

Attualmente, i device mobili hanno fornito veramente a tutti noi la possibilità di comunicare per immagini, con la stessa spontaneità e quotidianità con le quali si comunica con il linguaggio scritto e parlato.
Anche se il linguaggio scritto e parlato è appannaggio di tutti, di ogni estrazione e cultura, è pur vero che esistono gli scrittori, i poeti, i giornalisti, i saggisti, i romanzieri... persone, insomma, che hanno trasformato un mezzo apparentemente alla portata di tutti (il linguaggio scritto) in un mezzo di comunicazione più alto, più efficace, in una parola più elevato.
E lo hanno fatto non grazie all’uso di parole inconsuete e roboanti, ma grazie alla loro particolare capacità di usare lo stesso linguaggio che tutti usano, per raccontare con maggiore efficacia.
E’ quindi la capacità di provare emozioni e di trasmetterle, di capire cosa e come “percepiscono” i nostri simili, e fornire una marcia in più nell’uso di linguaggi che appartengono a tutti, come la parola, lo scritto e ora la fotografia.
Ciò che fa la differenza è la capacità di mettersi in connessione: ciò che fa la differenza è la capacità di comunicare.

istituto europeo di design milano

Che cosa è lo storytelling? Può farmi un esempio della sua applicazione nella fotografia?

Si tratta di un termine abusato, che descrive un’operazione visiva molto efficace: non limitarsi a mostrare singole immagini d’effetto, ma legare tra loro più “pennellate” visive che guidino per mano l’osservatore alla comprensione di fatti, persone, sentimenti ed avvenimenti, in modo tale che l’effetto del racconto sia maggiore della somma delle parti.

Lo storytelling implica la capacità di evocare una curiosità, o un sentimento, e di condurre per mano l’osservatore a sviluppare l’evoluzione di questo “seme” percettivo.
Un esempio: la sequenza fotografica “Days with my father” di Philip Toledano​.
Si tratta di immagini singolarmente semplici, quasi scarne. Eppure, comunicano, legate dal filo della tenerezza, una storia toccante.

Che ruolo occupa la post-produzione all'interno dei corsi IED?

Lo stesso ruolo che occupa nella professione: si tratta di uno strumento irrinunciabile, importante e basilare; e che tuttavia resta al servizio della vera capacità, che è quella inventiva e creativa.

I corsi IED sono aperti a tutti o servono dei prerequisiti?

Per l’ammissione ai corsi triennali è richiesto il diploma di scuola superiore, e il superare un colloquio motivazionale, il cui scopo è quello di capire con certezza, assieme ad un tutor, se si è compreso davvero bene quale sia la strada che si sta per intraprendere.
Le basi tecniche vengono – nei triennali – formate tutte ab ovo, partendo dall’inizio.
Per alcuni master o corsi di specializzazione, di durata inferiore, è invece richiesta una conoscenza pregressa della tecnica fotografica.

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Come vengono articolati gli orari dei corsi? Quante ore sono previste tra teoria e pratica?

Come già descritto, l’approccio dei corsi è rigoroso, ma non astratto.
Questo significa che teoria e pratica si permeano fra loro, e non è sempre distinguibile il confine fra apprendimento di un genere e dell’altro.
Ad ogni buon conto, il primo anno esiste una leggera predominanza della componente teorica, necessaria per garantire delle basi alla “persona pensante”.
Al secondo ed al terzo anno la componente pratica diventa preponderante.

Ai corsi triennali la frequenza è obbligatoria, con un margine di ammissibilità di assenze per un massimo del 20% del monte ore.

istituto europeo di design Roma

Un'immagine dell'Istituto europeo di design di Roma.

È previsto un corso di inserimento nel mondo del lavoro?

Meglio. Oltre all’”insegnamento” delle dinamiche di mercato, sono frequenti i casi di progetti speciali, che coinvolgono gli studenti in operazioni desiderate e sollecitate da aziende ed editori reali e che preparano gli allievi non solo alla percezione simulata delle dinamiche lavorative, ma proprio ad un’esperienza diretta.

Vista la crescita costante della formazione online, pensate di poter compiere questo passaggio in un prossimo futuro per una parte del corso?

I corsi, specialmente quelli che si prestano a tale dinamica (ad esempio, postproduzione) già si avvalgono di elementi didattici fruibili in rete.

Tuttavia, va chiarito un punto basilare: la “somministrazione” della lezione di persona – ed a maggior ragione le lezioni di pratica – non è una “alternativa” ad una più semplice modalità di fruizione on-line, ma si tratta di esperienze completamente differenti.
La formula della scuola a frequenza obbligatoria incorpora un’esperienza di rapporto interpersonale, di scambio diretto, di interazione didattica che non ha nulla a che vedere con il reperimento di nozioni on-line.
Oserei quasi dire che la componente delle “informazioni” può essere quasi totalmente ottenuta mediante la Rete: ma l’elemento esperienziale, determinante in corsi con componente creativa e pratica, resta assolutamente irrinunciabile ed insostituibile.

A fine corso è previsto un esame teorico e pratico? L'attestato internazionale che viene rilasciato quali potenzialità presenta?

Certamente, il lavoro di tesi di fine corso (diploma accademico di primo livello, 180 crediti) è una prova sia teorica che concretamente pratica.
O, meglio: porta a dimostrare che l’allievo sa concepire e progettare la componente teorica e concretizzare nei fatti la componente pratica.

Per quanto riguarda il diploma, che pure è ufficialmente ed internazionalmente riconosciuto, chi vive l’esperienza fotografica professionale sa bene che a qualsiasi livello non sono i “titoli” a contare, ma le dimostrabili capacità creative e progettuali. Su cui i corsi di fotografia puntano tantissimo.

Il costo dei corsi IED, mediamente alto (in linea con le altre scuole) è dovuto alla alta qualità dei contenuti, alle possibilità lavorative che questi studi possono aprire o a costi di gestione?

A concorrervi è un insieme di fattori.
In IED puntiamo all’eccellenza per “missione”, che cerchiamo di perseguire attraverso la concreta aderenza al mercato professionale di tutto il corpo docente (che è composto da professionisti attivi in primo luogo come specialisti del loro settore, e solo conseguentemente come docenti) e grazie ad un’ampia varietà di attrezzature di ripresa, illuminazione e postproduzione di alta qualità a disposizione degli studenti, insieme ad una sala di posa di quasi 500 metri quadri.
A ciò va aggiunta l’impostazione progettuale che accomuna tutta la didattica e che punta alla multidisciplinarietà, con la conseguente possibilità di contatto e collaborazione con allievi dei molti altri corsi affini al settore.

istituto europeo di design milano ied

Esistono agevolazioni o borse di studio?

IED è impegnato da anni nel sostenere gli studenti più motivati e brillanti, attivando un sistema di agevolazioni economiche a copertura totale o parziale della retta di frequenza, basato sia sul merito che sulle condizioni economiche.
L’Istituto Europeo di Design mette dunque a disposizione borse di studio dal 100 al 50% per i corsi triennali, assegnate su concorso nazionale e internazionale che si basa su un progetto, un colloquio e sui requisiti di ammissione specificati sul sito IED.it

Alla scoperta dell'Istituto Europeo di design: conclusioni

Con quest'ultima domanda si conclude l'intervista di oggi ma non si ferma il nostro approfondimento sulle migliori scuole di fotografia in Italia.

Presto ci saranno nuove uscite e interessanti interviste ma per ora ci tengo a ringraziare ancora una volta Roberto Tomesani, per la disponibilità che ha dimostrato nonostante i molti impegni già previsti.

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