Diane Arbus: la fotografia come specchio dell’anima umana

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Diane Arbus, una delle figure più influenti nella storia della fotografia, è conosciuta per il suo talento straordinario nell'illuminare l'oscurità dell'animo umano attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica.
La sua vita e il suo lavoro sono stati caratterizzati da una curiosità insaziabile per le molteplici sfaccettature dell'esperienza umana, specialmente per quelle considerate "fuori dal comune."
Attraverso le sue immagini, questa grande fotografa ha offerto uno sguardo intimo e spesso sconcertante su individui al margine della società, spingendoci a riflettere sulla complessità dell'essere umano.
La sua carriera fotografica ha raggiunto l'apice negli anni '60 e '70, un periodo tumultuoso di cambiamenti sociali e culturali negli Stati Uniti.
In un'epoca in cui la società stava vivendo profonde trasformazioni, questa artista si è distinta per la sua capacità di cogliere l'essenza umana in modi inaspettati e provocatori.
La sua fotografia è stata audace e controcorrente, spesso ritraendo individui emarginati o "outsider" come: artisti di strada, transgender, persone con disabilità e altri soggetti che raramente erano oggetto di rappresentazione nell'arte visuale.
Con uno stile documentaristico e un approccio etico,  ha dato voce a coloro che erano spesso trascurati o ignorati dalla società.
La sua arte è stata un catalizzatore per il dibattito sul significato della normalità, della diversità e della bellezza.
Attraverso le sue immagini,  ha sfidato gli stereotipi e le convenzioni, ponendo domande importanti sulla nostra percezione della normalità e sulla nostra reazione verso ciò che è al di fuori da essa.
Nel corso di questo articolo esploreremo in dettaglio la vita e il lavoro di Diane Arbus, mettendo in luce le sue serie fotografiche più significative e il suo impatto duraturo sulla fotografia e sull'arte contemporanea.

Prima di iniziare a parlare di questo grande fotografo, ti ricordo il nostro Canale Youtube dove puoi trovare decine e decine di video dedicati alla fotografia e alla post-produzione.
A tal proposito ecco il video dedicato all'argomento di oggi

La biografia di Diane Arbus

Diane Nemerov è nata il 14 marzo 1923 a New York, all'interno di una famiglia ebrea benestante che possedeva i prestigiosi grandi magazzini Russek's situati sulla Quinta Avenue della stessa città.
È stata la seconda dei tre figli: suo fratello maggiore, Howard Nemerov, noto come uno dei principali poeti americani, la superava di tre anni, mentre la sorella minore, Renée, è una scultrice.
Anche suo padre, David, dopo essersi ritirato dagli affari, si è dedicato alla pittura con un discreto successo commerciale.
A soli 14 anni, Diane ha incontrato Allan Arbus, un giovane commesso presso i Russek's, che era cinque anni più grande di lei e si è innamorata di lui.
Questo amore non è stato accolto con favore dalla famiglia di Diane ma nonostante ciò, si sono sposati quando lei aveva appena compiuto 18 anni, il 10 aprile 1941.
La loro prima collaborazione professionale è stata un servizio fotografico pubblicitario per la catena di grandi magazzini di famiglia.
Mentre durante la Seconda Guerra Mondiale, Allan ha svolto il servizio militare come fotografo per l'esercito.

Gli inizi fotografici nel campo della moda

I coniugi Arbus hanno formato una solida partnership artistica e commerciale, collaborando come fotografi di moda per importanti riviste come: Vogue e Harper's Bazaar.
Tuttavia, verso la fine degli anni '50, Diane Arbus dopo aver acquisito notorietà come fotografa di moda ha iniziato a distaccarsi da questo mondo, sentendo il bisogno di esprimere la sua creatività attraverso progetti fotografici più personali.
Ha iniziato così a frequentare corsi di fotografia e in questo periodo ha sviluppato il suo stile unico e riconoscibile, che avrebbe caratterizzato il suo lavoro.
Dopo aver partecipato a un breve corso di fotografia con Berenice Abbott, Diane Arbus ha incontrato Lisette Model una fotografa documentarista di origine austriaca, con la quale ha studiato per circa due anni.
Sotto la guida e l'incoraggiamento di Model, ha abbandonato il lavoro commerciale per concentrarsi sulla fotografia d'arte, guadagnandosi da vivere come fotografa freelance e insegnante di fotografia.

Gli anni del successo

Si dedicò alla fotografia di strada, immergendosi nelle diverse realtà urbane e documentando la vita quotidiana delle persone comuni. Attraverso i suoi scatti, Diane Arbus cercò di cogliere la diversità e la complessità umana, mettendo in risalto le persone che si discostavano dai canoni socialmente accettati. Fu proprio attraverso i suoi ritratti che riuscì a raccontare storie potenti e profonde.
Questa grande fotografa era nota per lavorare principalmente a New York City, la città in cui visse per gran parte della sua vita e dove trovò una grande fonte di ispirazione per i suoi progetti fotografici.
Esplorava le strade della metropoli, catturando la vita quotidiana delle persone comuni e documentando le diverse realtà urbane.
La fotografia di strada di Diane Arbus spaziava attraverso vari quartieri di New York, tra cui: Manhattan, Brooklyn e il Bronx.
I suoi soggetti includevano persone incontrate per caso: per strada, in parchi, negozi, sale da ballo e luoghi pubblici in generale.
Oltre a New York, Diane Arbus realizzò anche una serie di fotografie in altre città degli Stati Uniti, come: San Francisco e New Orleans. Questi viaggi le offrivano l'opportunità di esplorare nuovi ambienti e di incontrare nuovi soggetti da fotografare.

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Gli ultimi progetti fotografici e la morte di Diane Arbus

Tra il 1957 e il 1960, Diane fa una scoperta significativa nell'Hubert's Museum un luogo eccentrico all'angolo tra la 42ª e Broadway, dove si esibiscono figure straordinarie e uniche, soggetti che diventeranno il fulcro delle sue fotografie negli anni successivi.
In questo stesso periodo, il matrimonio tra Diane e Allan inizia a mostrare le prime crepe.
La separazione avviene nel 1958, ma la famiglia di Diane non viene informata fino a tre anni dopo. Il divorzio sarà finalizzato undici anni più tardi, nel 1969.
Nel 1970 inizia a catturare con la sua macchina fotografica, la vita di persone disabili all'interno di un istituto.
Il suo approccio distintivo implica più di una singola sessione fotografica, Diane torna infatti più volte per documentare in profondità queste esperienze.
Questo progetto acquisirà fama solo dopo la sua scomparsa, noto col titolo di "Untitled."
Tra gli ultimi soggetti fotografati da Diane, troviamo anche prostitute e clienti di alcuni bordelli sadomaso.
Di questi lavori, sono sopravvissute solo poche immagini, mantenendo intatto il mistero che li circonda.
Ormai la depressione di cui ha sempre sofferto si è fatta più grave, e la donna pare aver perso l'interesse per la fotografia.
Anche il crescente carico di responsabilità connesso al successo sembra contribuire a schiacciarla.
Il 26 luglio 1971 si suicida, ingerendo una forte dose di barbiturici e tagliandosi i polsi nella vasca da bagno. 

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Il suo stile fotografico

Lo stile di Diane Arbus è riconoscibile e unico nel panorama della fotografia.
Il suo approccio artistico si distingue per la capacità di rivelare la complessità dell'essere umano e di mettere in risalto la diversità che spesso viene ignorata, o considerata emarginata dalla società.
Le sue fotografie erano principalmente in bianco e nero, il che contribuiva a creare un'atmosfera intima e intensa nelle sue immagini.

I soggetti principali di Diane Arbus

La sua fotografia è stata audace e controcorrente, spesso ritraendo individui emarginati o "outsider" come: artisti di strada, transgender, persone con disabilità e altri soggetti, che raramente erano oggetto di rappresentazione nell'arte visuale.
Con uno stile documentaristico e un approccio etico, questa grande fotografa ha dato voce a coloro che erano spesso trascurati o ignorati dalla società
La sua arte è stata un catalizzatore per il dibattito sul significato della normalità, della diversità e della bellezza.
Attraverso le sue immagini ha sfidato gli stereotipi e le convenzioni, ponendo domande importanti sulla nostra percezione della normalità e sulla nostra reazione verso ciò che è al di fuori da essa.

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Empatia e sensibilità

Uno degli elementi distintivi dello stile di questa fotografa, è sicuramente la sua capacità di creare una connessione empatica con i soggetti dei suoi scatti.
Spesso trascorreva molto tempo a interagire con loro prima di scattare una sola fotografia, instaurando una connessione che traspare in modo tangibile nelle sue immagini.
Questo approccio intimo le permetteva di rompere le barriere e di catturare: momenti di vulnerabilità, verità nascoste e autenticità nei volti e nelle vite dei suoi soggetti.
Le sue fotografie rivelano così un profondo interesse per l'individuo e la sua storia, catturando l'essenza dell'identità umana in tutta la sua complessità.

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Attenzione ai dettagli

Le composizioni di Arbus erano spesso molto studiate e meticolose.
La sua attenzione ai dettagli si rifletteva nella scelta: delle pose, degli sfondi e degli oggetti presenti nell'immagine.
Spesso i suoi soggetti erano collocati al centro dell'inquadratura, permettendo loro di diventare il punto focale e di catturare l'attenzione dello spettatore.

L'utilizzo del flash

Un altro aspetto peculiare dello stile di questa grande fotografa, è l'utilizzo del flash.
Spesso utilizzava un flash stroboscopico, che conferiva alle sue fotografie una luce cruda e diretta.
Questa tecnica evidenziava ancora di più i dettagli e le caratteristiche dei soggetti, rivelando una certa vulnerabilità e autenticità.

Un'artista fuori dagli schemi

Le fotografie della Arbus sono spesso considerate provocatorie e scomode, poiché sfidano le norme sociali e mettono in discussione le convenzioni dell'immagine ideale.  
Esplorava il concetto di bellezza non convenzionale, offrendo uno sguardo audace e onesto sulla diversità umana.
Le sue immagini sono potenti e lasciano un'impressione duratura nello spettatore, suscitando emozioni e stimolando la riflessione su temi sociali ed esistenziali.
Il suo approccio tuttavia non è mai voyeuristico, anzi la consapevolezza della diversità non sminuiva i suoi soggetti, come avrebbe potuto avvenire facilmente.
Nella maggior parte dei suoi ritratti i soggetti si trovano nel proprio ambiente, apparentemente a proprio agio; invece, è lo spettatore che è messo a disagio dall'accettazione del soggetto del proprio essere "freak".

I libri di Diane Arbus

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Le più belle fotografie di Diane Arbus

Questa grande artista ha spinto i confini della fotografia documentaristica, portandola oltre la semplice registrazione di fatti e eventi.
Le sue immagini erano un'esplorazione dell'interiorità umana, un viaggio nelle menti e nelle anime di coloro che ritraeva.
Questo la rese una delle prime fotografe a riconoscere e a esplorare il potenziale psicologico della fotografia, aprendo nuove strade per la comprensione della psicologia umana attraverso l'arte visiva.
Una delle sue serie più celebri, "Identical Twins, Roselle, New Jersey, 1967," è un esempio emblematico del suo approccio.
Queste immagini ritraggono le gemelle Roselle e Cathleen, due sorelle gemelle identiche, che Arbus ha fotografato in varie occasioni tra il 1967 e il 1968.
Come detto in precedenza Diane Arbus era affascinata dalla diversità umana e spesso, sceglieva soggetti che sfidavano le norme sociali o che erano considerati "diversi" dalla norma.
Le gemelle incarnano la duplicazione perfetta ma questa grande artista riesce comunque a catturare le loro individualità, sia attraverso le pose che attraverso i loro sguardi intensi.
Queste fotografie sollevano domande sulla natura dell'identità e dell'individualità.
Arbus era nota per il suo interesse per la psicologia e per l'ambiguità tra il singolo individuo e il doppio, un tema che emerge chiaramente in queste immagini.
Le gemelle sembrano simili in molti aspetti ma ci sono dettagli che permettono di distinguere una dall'altra, e questa sottile differenza diventa un elemento centrale delle fotografie.

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Child with Toy Hand Grenade in Central Park, N.Y.C., 1962

Diane Arbus è stata una delle prime fotografe a introdurre elementi di surrealismo e teatralità nelle sue immagini.
Ha creato un'estetica unica che sfidava le convenzioni del ritratto tradizionale, spingendo i suoi soggetti a diventare protagonisti di scene drammatiche e suggestive.
La sua abilità nell'utilizzare: luce, ombra e composizione per creare un senso di tensione e mistero, è evidente in molte delle sue fotografie.
Il lavoro "Child with Toy Hand Grenade in Central Park, N.Y.C., 1962" è  un classico esempio di quanto detto.
Nella fotografia vediamo un giovane ragazzo, il cui nome è Colin Wood, che impugna una granata giocattolo.
La sua espressione è intensa e sconcertante.
Il ragazzo sembra in preda a una sorta di crisi, mentre stringe la granata con una combinazione di: rabbia, frustrazione e disperazione. Questo contrasto tra l'oggetto innocuo, un giocattolo e l'espressione intensa e angosciata del ragazzo, crea un'immediata tensione nell'immagine.
Ciò che rende questa fotografia così potente è la sua capacità di catturare un momento di profonda psicologia umana.
In questa immagine, sembra mettere in evidenza il disagio e la complessità dell'infanzia, mostrando un bambino che sembra sopraffatto dalla sua stessa esistenza o dai conflitti interiori.
La scelta del titolo, "Child with Toy Hand Grenade," aggiunge un ulteriore strato di significato alla fotografia, suggerendo che il giocattolo potrebbe essere una sorta di espressione simbolica delle tensioni o delle insicurezze del mondo degli adulti.

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Freaks, Diane Arbus

Allo stesso modo la serie "Freaks" (o "Personaggi Stravaganti"), che ha fotografato tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, è emblematica del suo desiderio di esplorare le sfumature dell'individualità umana.
Arbus ha ritratto una serie di personaggi considerati "diversi" dalla società, inclusi artisti di circo con deformità fisiche e individui con malattie rare.
Queste fotografie sfidano gli stereotipi e invitano gli spettatori a confrontarsi con la bellezza e la complessità di ogni essere umano.
L'uso innovativo delle tecniche fotografiche e la capacità di spingersi oltre i limiti delle aspettative convenzionali, hanno reso il suo lavoro un faro nell'evoluzione della fotografia artistica.

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A Jewish Giant at Home with His Parents in the Bronx, N.Y. 1970

La fotografia "A Jewish Giant at Home with His Parents in the Bronx, N.Y. 1970" è uno dei lavori più iconici di Diane Arbus.
Questa immagine cattura l'immagine di Eddie Carmel, un uomo di origini ebraiche affetto da acromegalia, una rara condizione medica caratterizzata da un'eccessiva produzione di ormone della crescita.
L'acromegalia porta a un allungamento e a un ingrossamento delle ossa e dei tessuti molli del corpo.
Nella fotografia, Eddie Carmel è ritratto in piedi all'interno dell'appartamento dei suoi genitori nel Bronx, New York.
La sua statura eccezionalmente alta è evidente quando il suo corpo si estende attraverso l'intera altezza della stanza.
Le sue mani e il suo viso mostrano i segni evidenti dell'acromegalia.
È vestito in modo formale, come se stesse per affrontare un'occasione speciale.
Ciò che rende questa fotografia così potente è la complessità delle emozioni che evoca.
Da un lato, c'è un senso di imponente solitudine e isolamento nella figura di Eddie Carmel, che appare fuori luogo nel suo ambiente domestico e nel contesto sociale circostante.
Dall'altro lato, ciò che emerge è la sua umanità: Carmel è rappresentato con dignità, senza sensazionalismo o pietismo.
La sua espressione sembra riflettere una combinazione di orgoglio, rassegnazione e forse una punta di malinconia.

Untitled, Diane Arbus

Diane Arbus ha realizzato una serie di fotografie all'interno di un istituto per persone con disabilità intellettive.
Questa serie è comunemente conosciuta come "Untitled" (Senza titolo) perché Arbus non ha assegnato un titolo specifico a questa collezione di immagini.
La serie "Untitled" è stata realizzata nel 1970 e rappresenta uno degli ultimi importanti progetti di Diane Arbus, prima della sua morte.
Come era solita fare, questa fotografa ha trascorso molto tempo all'interno dell'istituto, ritraendo i residenti in vari momenti e situazioni. Le fotografie sono molto intime e svelano la vera umanità dei soggetti, mostrando: le loro emozioni, le espressioni e le relazioni.
Arbus ha cercato di rompere le barriere tra lo spettatore e i soggetti, cercando di farci vedere queste persone per ciò che sono, senza filtri o pregiudizi.
La serie "Untitled" è stata riscoperta e acclamata dopo la morte di questa grande fotografa, poiché rappresenta uno dei suoi lavori più toccanti e significativi.
Queste fotografie hanno contribuito a ridefinire il modo in cui la fotografia documentaria può rappresentare la diversità umana e hanno ispirato molti altri fotografi a esplorare temi simili nel corso degli anni.

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Le più belle frasi di Diane Arbus

 "Non ho mai fatto le fotografie che mi ero proposta di fare. Le foto sono sempre state migliori o peggiori“

“Tu vedi una persona per la strada, e la cosa fondamentale che noti è il suo difetto“

“Ciò che preferisco è andare dove non sono mai stata“

“Voglio dire, se hai mai parlato con qualcuno con due teste, sai che sanno qualcosa che tu non sai”

“Se scruti attentamente la realtà abbastanza da vicino, se in qualche modo riesci davvero, davvero, diventa fantastico”

“Una cosa che mi ha colpito in anticipo è che non metti in una fotografia ciò che verrà fuori. O, viceversa, quello che esce non è quello che metti dentro “

“Per me, il soggetto dell’immagine è sempre più importante dell’immagine”

“Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I freaks sono nati con il loro trauma. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici“

“Penso che ci sia molta gente orribile nel mondo, e diventerà terribilmente difficile fotografare tutti, così se fotografo alcuni tipi generali di esseri umani ognuno li riconoscerà. Fu la mia insegnante, Lisette Model, che mi rese chiaro definitivamente che più specifici si è, più generali si sarà”

“L’amore implica una peculiare combinazione insondabile di comprensione e incomprensione”

“Se mi trovo di fronte a qualcosa, invece di organizzarlo, mi arrangio”

“Niente è mai uguale a come hanno detto che fosse. È quello che non ho mai visto prima che riconosca”

“Voglio dire, è molto sottile e un po ‘imbarazzante per me, ma credo davvero che ci siano cose che nessuno vedrebbe se non le fotografassi”

“Quello che cerco di descrivere è che è impossibile uscire dalla propria pelle ed entrare in quella altrui. La tragedia di qualcun altro non è mai la tua stessa“

“Ogni differenza è anche una somiglianza”

“C’è una qualità della leggenda sui freaks. Come una persona in una favola che ti ferma e ti chiede di rispondere a un indovinello. La maggior parte delle persone attraversa la vita temendo di avere un’esperienza traumatica. I freak sono nati con il loro trauma. Hanno già superato la loro prova nella vita. Sono aristocratici”

Ultimo aggiornamento 2023-11-23 - Immagini da Amazon Product Advertising API

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