
Tipografo fotografo e pittore italiano, Mario Giacomelli è considerato uno dei più importanti maestri della Fotografia del XX secolo.
Nei suoi scatti in bianco e nero che si concentrano soprattutto sui paesaggi e sulle persone, si sprigiona la forza lirica della fotografia che riesce a cogliere i grandi temi dell'esistenza umana.
Nato da una famiglia poverissima, Giacomelli diventa un artista di fama mondiale che nel corso della sua vita non ha mai smesso di sperimentare.
Conosciamo quindi meglio qualche dettaglio sulla vita, le fotografie e lo stile di Mario Giacomelli.
Mario Giacomelli, la biografia
Il fotografo Mario Giacomelli mostra un percorso artistico decisamente inedito.
Nasce il 1° agosto 1925 a Senigallia da una famiglia poverissima, primo di tre figli a nove anni resta orfano di padre.
Le origini contadine della sua famiglia resteranno per come marchio di appartenenza nell'animo del fotografo e si rifletteranno anche nella sua produzione fotografica.
La madre, che lavora come lavandaia presso l’ospizio di Senigallia, fatica a mantenere i tre figli ancora piccoli.
A tredici anni Giacomelli comincia a lavorare in una tipografia, affascinato dalle infinite possibilità di comporre le parole e le immagini offerte dalla stampa: una lavoro che lo influenzerà per sempre.
Vi resterà fino alla guerra e vi tornerà per partecipare ai lavori di ricostruzione della tipografia dopo i bombardamenti, lavorando come operaio tipografo.
Nello stesso stesso periodo comincia a dipingere, si appassiona alle corse motociclistiche, scrive poesie e nel 1950 decide di avviare in proprio l’attività, la “Tipografia Marchigiana” che resterà il suo punto di riferimento per tutta la vita.
Le prime foto di Mario Giacomelli
Nel ’53 Giacomelli si regala una Bencini Comet S (CMF) modello del 1950, con ottica rientrante acromatica 1:11 e in spiaggia scatta le prime foto.
Nasce L’approdo, la celebre fotografia della scarpa trasportata dalle onde sulla battigia, con cui partecipa a diversi concorsi fotoamatoriali.

Capisce allora che la fotografia è la sua strada. Inizia a realizzare i suoi primi Ritratti a: parenti, colleghi e amici e scatta la celebre foto Mia Madre, il ritratto alla madre con una vanga in mano.

Frequenta lo studio fotografico di Torcoletti e conosce Giuseppe Cavalli, artista e critico d’arte che intuisce il suo talento e lo spinge a una riflessione sulla Fotografia e sull’Arte, introducendolo nell’ambiente dei grandi circoli fotografici dell’epoca, come la “Bussola” e la “Gondola”.
Guidato da Ferruccio Ferroni e Cavalli, Giacomelli si addentra nella tecnica fotografica per costruire la propria sicurezza espressiva e artistica.
Nel 1954 si costituisce ufficialmente il gruppo fotografico “Misa”.
Il successo arriva con il Concorso Nazionale di Castelfranco Veneto nel ’55, dove Paolo Monti, nella giuria, definisce Giacomelli “l’uomo nuovo della Fotografia”.
Il successo del fotografo Mario Giacomelli
Giacomelli completa la prima serie "Vita d'ospizio", successivamente realizza una serie di nudi femminili e maschili che abbandona negli anni sessanta. Comincia a viaggiare per cogliere le identità degli altri mondi, che lo riportano alla sua infanzia e alla sua condizione sociale.
In questo periodo realizza le serie reportage:
- Lourdes (1957), Scanno (1957/59)
- Puglia (1958), Zingari (1958)
- Loreto (1959), Un uomo, una donna, un amore (1960/61)
- Mattatoio (1960),Pretini (1961/63), La buona terra (1964/66)
- E le fotografie scattate all'ospizio di Senigallia dal titolo Ospizio (1954/56), Vita d'ospizio (1956/57), Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1966/68).

Una foto di Mario Giacomelli tratta dalla serie "Vita d'ospizio"
Nel 1979 partecipa alla Biennale di Venezia con fotografie di Paesaggi e fra il 1983/87 realizza "Il mare dei miei racconti" fotografie aeree scattate alla spiaggia di Senigallia.
Negli anni '70/90 cattura la bellezza della costa adriatica nei pressi di Senigallia con la serie Le mie Marche e "Il Mare” .
Nel 1997 realizza per la Illy il soggetto per l'annuale servizio di tazzine artistiche col nome di Stati d’animo.
Muore dopo un anno di malattia il 25 novembre del 2000 a Senigallia non senza aver approfondito il legame tra fotografia, arte astratta e poesia nel corso di tutta la sua vita.
Lo stile del fotografo Mario Giacomelli
Mario Giacomelli è noto soprattutto per la sua antifotografia e per gli incredibili scatti in bianco e nero.
Immagini dove restano inalterate tutte le tonalità di grigio che emergono sempre numerose all’interno dei due poli opposti di bianco e nero, che, tuttavia, rappresentano i colori antitetici per eccellenza che regalano il vero significato allo scatto.
Negli scatti di Giacomelli il bianco e il nero vengono esasperati fino al limite, per creare forti contrasti e per indirizzare l’attenzione dello spettatore verso i protagonisti dell’immagine.
Ma la particolarità degli scatti di Giacomelli consiste proprio nell’utilizzare il bianco e il nero per cambiare forma o consistenza all’immagine, trasformando i soggetti in una sorta di fantasmi.
Negli scatti del fotografo di Senigallia, il reale e il surreale si confondono spesso per regalare un silenzio quasi assordante e riflessivo sullo sfondo di una pacata ma consolatoria malinconia.
Giacomelli era anche estremamente affascinato dal movimento e dalla sua intrinseca capacità di lasciare un’impronta diversa sulla pellicola rispetto al modo di apparire all’occhio umano ed esasperava questo aspetto onirico con la scala cromatica del bianco, nero e dei grigi.
L’immagine è sempre volutamente granulosa, di tanto in tanto anche volutamente imperfetta: si tratta di difetti sfumati volti ad accentuare o il realismo o lo stile surreale stesso della fotografia.

Il soggetti preferiti del fotografo Mario Giacomelli
Se i temi più ricorrenti delle fotografie di Giacomelli sono le persone e i paesaggi, è pur vero che il fotografo passa incostantemente da un soggetto all’altro.
Le persone ritratte da Giacomelli rappresentano quanto di più variegato ci sia nella cultura italiana e nella loro consistenza reale.
Gli scatti di paesaggio si configurano invece come dipinti umani che vengono dai campi sul fianco di qualche collina, oppure delle esaltazioni della naturale bellezza ma si tratta comunque sempre di immagini silenziose e quasi monumentali.

Fra i celebri scatti dell’artista:
- i famosi preti di "Io non ho mani che mi accarezzano il volto", che puoi vedere nell'immagine sottostante.
- I malati di Lourdes
- I cittadini colti nella loro umiltà di Puglia
- Gli anziani di "Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi"
- e molte altre

Anche il bambino di Scanno, o Scanno Boy è una celeberrima fotografia del 1957 scattata dal fotografo nel paese aquilano di Scanno che aveva già affascinato Cartier-Bresson.
L’immagine è scattata in piazza Sant'Antonio davanti alla chiesa della città, cattura quattro donne sfocate e vestite di nero in un'atmosfera fiabesca e quasi del tutto irreale, che camminano verso lo spettatore con un solo soggetto centrale messo a fuoco: si tratta di un ragazzo che cammina con le mani in tasca.
Nel 1964 la fotografia è stata esposta da John Szarkowski, nella mostra al MoMa di New York dal titolo "The photographer's Eye" accanto a scatti di: Evans, Bresson, Frank, Erwitt, Doisneau e molti altri.

Nel 1978 Mario Giacomelli partecipa alla Biennale di Venezia con fotografie di Paesaggi.
Mario Giacomelli muore il 25 novembre del 2000 a Senigallia dopo una lunga malattia, lasciando un vuoto incolmabile per il panorama fotografico italiano e non.
Risorse utili sul fotografo Mario Giacomelli
- Archivio ufficiale del fotografo
- Incontro video della FIAF su Mario Giacomelli
- Collage video delle migliori opere
- Il Maestro Giovanni Bucci racconta Mario Giacomelli in video
I libri fotografici di Mario Giacomelli
- Giacomelli, Mario (Autore)
Il fondo fotografico Mario Giacomelli
Il Fondo fotografico Giacomelli è fra i più importanti archivi a livello nazionale e internazionale, si tratta di un archivio fotografico di oltre 180.000 tra lastre e negativi, di vario formato e dimensione.
Inizialmente appartenuto alla “Reale fotografia Giacomelli”, è dal 1995 gestito dall'Amministrazione Comunale di Venezia
Dalla data di istituzione del fondo, l’amministrazione si è impegnata nella conservazione e valorizzazione del patrimonio d’immagini.
Grazie al lavoro svolto, gli scatti del Fondo Giacomelli sono consultabili anche on-line, suddivisi per percorsi tematici che permettono di ripercorrere la storia delle trasformazioni territoriali legate in modo specifico anche alla città di Venezia.
Ultimo aggiornamento 2023-06-04 - Immagini da Amazon Product Advertising API