Dopo questa premessa secondo me necessaria per capire già da subito come assimilare i prossimi concetti, passiamo subito alla parte pratica.
Il primo passaggio per un buon processo di composizione è l'osservazione fotografica di quello che ci circonda.
Ma cosa dobbiamo osservare per iniziare a parlare il linguaggio fotografico?
La fotografia usa un linguaggio chiaramente estetico basato sull'essenza del soggetto, se normalmente abbiamo cinque sensi per descrivere una scena, con la fotografia ne abbiamo solo tre e si chiamano: colori, forme e luce.
Quindi ancora prima di addentrarci nei meandri della composizione cerchiamo di focalizzarci su questo passaggio, perché il risultato finale delle nostre immagini è frutto del nostro modo di osservare quello che ci circonda.
Eccoti quindi una serie di esercizi per iniziare a sviluppare il tuo occhio fotografico, in tutti questi lavori non pensare al messaggio che vuoi trasmettere ma concentrati sulle variabili analizzate in ogni singolo esercizio, avremo tempo più avanti per collegare i singoli concetti tra di loro.
La bellezza di questi esercizi è proprio il farli senza nessuna base alle spalle e ripeterli successivamente con cognizione di causa.
ESERCIZIO 1
Come prima cosa per migliorare questo aspetto dobbiamo momentaneamente abbandonare la fotocamera e usare solamente i nostri occhi, in questo primo esercizio cerca di guardare l'ambiente circostante alla ricerca di questi tre elementi.
La prima fase consiste quindi nel separarsi dal contesto che stai osservando, per immergersi nell'emozione fotografica fatta di: equilibrio, forme, sfumature di luce e sprazzi di colore.
Questo esercizio apparentemente inutile è uno dei più importanti, perché ti permette di cambiare lentamente la percezione delle cose iniziando ad assimilare le variabili fondamentali di una composizione.
Fra le tante domande che devi farti quando guardi una determinata scena, ci sono per esempio:
- Da cosa viene attirato il mio sguardo?
- Da quale colore?
- Quali percorsi seguono i miei occhi all'interno della scena?
- ...
La cosa bella di questo lavoro è che può essere fatto in qualsiasi luogo, quindi rappresenta un'ottima palestra sempre a portata di mano.
ESERCIZIO 2
Dopo aver iniziato ad allenare il nostro occhio, scomponiamo le tre variabili e iniziamo a concentrarci sulla componente cromatica.
Il colore rappresenta sicuramente la caratteristica visiva più facile da individuare e catturare in una fotografia, un sapiente uso di questa variabile può rendere interessanti anche soggetti decisamente insignificanti.
Per ottimizzare l'uso del colore cerca componenti cromatiche molto accese, come quelle dei colori primari (rosso, giallo e blu) e sfrutta il loro contrasto.
Il contrasto è tanto maggiore quanto i colori sono fisicamente vicini tra loro, cerca di ricreare questa situazione anche spostando il punto di scatto.
Accosta colori più scuri ad altri più chiari, o quelli più intensi a quelli più spenti e meno vivaci.

In questa composizione ho chiaramente giocato sul contrasto cromatico, utilizzando il rosso come soggetto principale del mio scatto.
Ho avuto anche la fortuna di riuscire a dare ulteriore dinamicità alla scena, grazie alle linee sul selciato e alle forme immaginarie che uniscono i diversi punti rossi sparsi per la composizione.
ESERCIZIO 3
Dopo aver osservato la componente cromatica passiamo ora alle forme geometriche, come sempre non concentriamoci sul significato di questa comunicazione ma cerchiamo solamente di cogliere questi elementi nei nostri scatti.
Usciamo e riduciamo quindi il nostro fotografare ad una semplice collezione di elementi grafici come: cerchi, quadrati o triangoli.
Qui sotto uno scatto che ho fatto per questo esercizio, come puoi vedere mi sono concentrato prevalentemente sulle forme ma la composizione è dotata anche di una buona componente cromatica.

ESERCIZIO 4
Concentriamoci ora sulla terza variabile da prendere in esame per migliorare la comunicazione dei nostri scatti: la luce.
Come tutti sappiamo la fotografia basa la sua esistenza su questo elemento, risulta quindi subito evidente la sua importanza per le nostre immagini.
Durante questo esercizio non devi concentrarti nel trovare la corretta esposizione ma piuttosto sui giochi di luce e ombre che si formano intorno a noi.
Presta particolare attenzione alle ombre e mettile in correlazione con le forme geometriche viste in precedenza per iniziare ad abbinare più variabili.
Ovviamente questa parte pratica deve essere fatta in una bella giornata di sole, quando il contrasto delle ombre è chiaramente visibile.
In questa semplice immagine che ho realizzato con la complicità di mio figlio, ho giocato con le nostre ombre per cercare di ricreare una composizione accattivante sia dal punto di vista emozionale che estetico, basando la mia comunicazione prevalentemente sulle forme.
Questa composizione rappresenta anche un ottimo esempio di applicazione della legge di chiusura della Gestalt (prossimo capitolo), a proposito, quanti triangoli vedi?
Inoltre ricordati che in scatti come questo, la presenza/assenza del soggetto principale crea ancora più tensione emotiva.

ESERCIZIO 5
Scegli una distanza da percorrere come per esempio 50 o 100 passi e quando l'hai raggiunta fermati e osserva l'ambiente intorno a te, trova un soggetto in linea con questo capitolo (luci, forme, colori) e fotografalo.
Anche questo esercizio se ben fatto può veramente essere miracoloso per sviluppare il tuo occhio fotografico.
La composizione nasce dentro di te
Un altro passaggio fondamentale di una buona composizione è osservare quello che accade dentro di te, sembra un discorso filosofico ma ti assicuro che ha un suo senso logico.
Abbiamo detto che la composizione è un processo molto soggettivo e che quindi riflette una parte di noi stessi e di come vediamo le cose.
Questo è un concetto che si è un po' perso ma rappresenta la vera essenza della fotografia, non a caso i grandi fotografi del passato hanno sempre sottolineato l'importanza di questo passaggio nel processo di composizione fotografica.
Questa emblematica frase del grande fotografo di paesaggio Ansel Adams è un esempio del concetto appena espresso:
"Tu non fai una fotografia solo con la macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato”
Devi quindi innanzitutto capire cosa ti emoziona, cosa è importante per te e quali sono i tuoi valori nella vita, perché se non non hai chiari questi concetti non puoi pretendere che lo siano per gli altri.
Logicamente qui non parliamo di tecnica fotografica ma entrano in gioco altre variabili come la cultura o la sensibilità personale, caratteristiche che cambiano per ognuno di noi e che determinano il grado di capacità di elaborare e rappresentare pensieri attraverso un'immagine.
Solo conoscendoti nel profondo potrai fotografare quello che realmente ti colpisce, sperando così di raggiungere il tuo osservatore.
Se infatti non ti sei emozionato durante il momento dello scatto, non è possibile che chi osserva la tua fotografia a posteriori provi delle emozioni e colga la vera essenza di quella determinata immagine.
Presta però attenzione, non è detto che pur essendo chiaro nella tua comunicazione tu riesca a trasmettere l'emozione o il significato che volevi rappresentare in uno scatto.
Perché anche l'interpretazione da parte di chi osserva l'immagine è altamente soggettiva e viene inconsciamente influenzata dalle esperienze pregresse del soggetto e del suo stato d'animo.
Per esempio se uno è terrorizzato dall'acqua, guardando la foto del lago precedente non riceverà le stesse sensazioni di calma e tranquillità che mi ero prefissato.
Anzi potrei trasmettergli inconsapevolmente un certo grado di tensione emotiva, frutto delle sue traumatiche esperienze con questo elemento.
Tieni quindi sempre presente questo alto grado di soggettività che coinvolge sia l'artista che l'osservatore, perché è molto più importante che applicare ogni singola regola alla perfezione, ricercando un'immagine bella esteticamente ma vuota nei contenuti.
Usa gli strumenti che leggerai nei prossimi capitoli per cercare di pulire la tua comunicazione e far raggiungere a più persone possibili il messaggio che volevi trasmettere ma pensa sempre prima a quello che vuoi da una determinata immagine.
Esercizio 6
Per cercare di mettere in pratica questi ultimi filosofici concetti, prendo in prestito un esercizio al grande maestro Franco Fontana con qualche cambiamento.
Impugna la tua fotocamera, esci a fare una passeggiata senza pensare a nulla e fotografa tutto quello che ti emoziona, senza badare all'aspetto tecnico della composizione.
Quindi imposta la macchina in automatico o in priorità di diaframmi e quando vedi qualcosa che ti emoziona non lasciartela sfuggire.
Che sia una particolare scena, un accostamento cromatico o un pezzo di carta per terra non importa, alza la fotocamera che tieni in mano e scatta senza guardare nel mirino ma solo cercando di cogliere la magia del momento che ti ha toccato nel profondo.
In questo modo i tuoi scatti non saranno sicuramente perfetti tecnicamente ma saranno quanto di più vero il tuo inconscio ti possa regalare e potranno servirti per il tuo processo di autoanalisi fotografica.
Per fare questo esercizio devi quindi cercare di estraniarti da tutto quello che già hai appreso e provare a tornare bambino per emozionarti come facevi un tempo
Molto bella questa sezione, Simone. Grazie!
Grazie a te Fabrizio per esserti unito a noi!!